CONTINUIAMO A FAR MATURARE LE COSCIENZE.
NOZIONI DI BASE.
L’atmosfera terrestre è suddivisa in cinque strati, chiamati sfere, che in ordine di vicinanza alla superficie terrestre sono: la troposfera, la stratosfera, la mesosfera, la termosfera e infine l’esosfera.
La composizione chimica dell’atmosfera terrestre cambia in base allo strato: al suolo l’aria è composta prevalentemente da azoto (78%), ossigeno (21%), anidride carbonica (0,04%) e tracce di altri gas come il metano, l’idrogeno, l’ozono, il neon.
Di questo 0,04% di CO2, secondo conti pubblicati e consolidati dopo attente verifiche, e disponibili in letteratura, le attività umane ne producono il 3,5% della massa equivalente. Combinando questi due dati, si ottiene facilmente che l’uomo sarebbe responsabile di una produzione dello stramaledettissimo gas serra CO2 valutabile in una percentuale gassosa attiva pari a poco più dello 0,001% della massa totale dell’atmosfera presente al livello del suolo. In parole povere i cambiamenti climatici generati dall’iperproduzione di anidride carbonica (sic!) collegata ad attività antropiche pesano sull’atmosfera per una parte ogni centomila parti (1/100.000) della sua composizione.
In questo panorama catastrofico, i 27 paesi dell’Unione Europea sono riconducibili, a livello mondiale, a una produzione di CO2 intorno al 9%, risultando responsabili di un presunto inquinamento da CO2, incidente del 0,31% sulla produzione totale, mentre il rimanente 99,69% riguarderebbe il Resto del Mondo, cosa reputata in alto loco irrilevante e di nessun interesse. Come è noto, nella follia, recentemente ribadita, del programma green approvato dai nostri amatissimi rappresentanti in Europa, dovranno essere spesi migliaia di miliardi di euro, da qui al 2030, per ridurre le emissioni europee del 55%, portando l’incidenza europea a uno strabiliante4,95%, sempre sul 3,5% prodotto dalle attività umane, cioè verranno sacrificati il futuro e il benessere economico di intere generazioni di popoli inermi per garantire all’umanità una diminuzione dello 0,14% sulla produzione dell’anidride carbonica legata alle attività antropiche, lasciando questa volta il 99,83% rimanente sempre al Resto del Mondo. Se poi, nel mentre, Cina, Stati Uniti, Russia e India, tralasciando tutti gli altri, avranno triplicato l’uso del carbone nei processi di trasformazione dell’energia, questo non importa. La cosa che conta è avere portato a casa un risultato così eclatante come la distruzione della già traballante economia europea e l’annichilimento del ceto medio, rozzo e poco informato, sempre ingrato e poco attento alle problematiche ambientali. Il tutto, chiaramente, in cambio di niente.
COROLLARIO.
Se si osserva la ricostruzione dell’andamento dell’anidride carbonica e delle temperature, in epoche geologiche, si nota che il periodo attuale è caratterizzato da una bassa concentrazione di CO2. Nel Cambriano, 540 milioni di anni fa, la CO2 atmosferica era di 7000 ppm (parti per milione), mentre i valori odierni sono di 400 ppm (circa 18 volte più bassi).
La vita sulla Terra è basata sul carbonio. Tutti i composti strutturali degli esseri viventi: le proteine, i grassi, l’amido, la cellulosa e così via, sono formati da carbonio.
Se per una ragione qualunque la sua concentrazione diventasse troppo bassa, la vita sulla Terra, come noi la conosciamo, finirebbe, perché il mondo vegetale smetterebbe di esistere. I consumatori primari e secondari, ossia gli erbivori e i carnivori, in nessun modo, potrebbero sopravvivere.
BIBLIOGRAFIA.
1) Prentice I.C., Harrison P., Bartlein P.J., 2011, “Global vegetation and terrestrial carbon cycle changes after the last ice age”, New Phytologist, 189: 988–998. Vedere anche http://www.co2science.org/articles/V14/N34/EDIT.php
2) Simmon R., 2012, “Global garden, NASA Earth Observatory, based on data from Montana University – Numerical Simulations Terradynamic Group – NTSG (http://earthobservatory.nasa.gov/Features/GlobalGarden/).
3) Sitch S. et al., 2015, “Recent trends and drivers of regional sources and sinks of carbon dioxide”, Biogeosciences, 12, 653–679.
4) Zeng et al., 2014, “Agricultural Green Revolution as a driver of increasing atmospheric CO2 seasonal amplitude”, Nature, vol . 5015, 20 nov.