Il nesso di causalità è la relazione che lega in senso naturalistico un atto, o un fatto, e l’evento che deriva da esso.
Quando si parla di vaccinazione, la ricerca del nesso di causalità attiene l’evento avverso, cioè il malore o il decesso, e la somministrazione del farmaco. In parole più semplici, cercare il nesso causa-effetto che lega l’inoculazione del vaccino con il sentirsi male o la morte. Un nesso che non sia solo temporale, perché esistono anche le coincidenze. Ad esempio, se oggi assumo un farmaco e poi vengo investito da un’automobile, mentre attraverso la strada, molto probabilmente tra i due eventi non c’è una correlazione di causa ed effetto ma solo un nesso temporale. Per averne certezza basta appurare la dinamica dell’incidente ed effettuare un accurato esame autoptico. Se nulla di anomalo emerge, allora non c’è davvero alcuna correlazione.
Le linee guida dell’AIFA prevedono la valutazione di ogni singolo caso di sospetta reazione avversa con completezza di informazioni, follow-up (vale a dire controlli successivi alla somministrazione), confronto con definizione di caso standardizzata e valutazione del nesso di causalità.
Il nesso di causalità che può emergere in assenza di vigilanza attiva (cioè di controlli periodici ai soggetti vaccinati) è prevalentemente temporale, ma, da solo, non è prova di correlazione causa-effetto. Affinché si possa parlare di reazione avversa, bisogna individuare una correlazione fra la somministrazione del siero e il problema accusato dal paziente.
Tornando all’esempio dell’incidente stradale, facciamo l’ipotesi che emergano evidenze che ho avuto un malore e per questo sono svenuto mentre attraversavo la via e quindi sono stato investito. A questo punto diventa doveroso scoprire perché sono svenuto, se lo svenimento è coerente col mio quadro clinico precedente all’assunzione del farmaco o se magari la perdita dei sensi è un possibile effetto secondario del farmaco. Questo significa cercare seriamente la correlazione, il nesso di causalità. Ma come si fa a valutare questa correlazione e a stabilirla in modo scientifico? Con le autopsie ma effettuate in modo approfondito. Ad esempio, se un paziente muore, perché va in arresto cardiaco, dopo essersi sottoposto a vaccinazione, se ti limiti a constatare che il decesso è dovuto ad arresto cardiaco, non stai cercando il nesso di causalità, stai attestando il motivo clinico del decesso.
Cosa diversa è se provvedi ad esaminare le sue coronarie e tutto il sistema cardio-circolatorio, per scoprire per quale motivo quel cuore ha smesso di funzionare. Puoi ritrovarti davanti a due scenari ipotetici: il sistema era compromesso, magari pieno di placche ateromasiche, oppure era indenne e perfettamente efficiente. In questa seconda eventualità hai trovato il nesso fra somministrazione di un vaccino che può stimolare fenomeni tromboembolici e l’avvenuto evento in un soggetto sano. Quante persone sono morte negli ospedali, colpite da infarto o per emorragia o per fenomeni tromboembolici, ma in assenza di un approfondito esame autoptico non emergono come reazioni avverse al vaccino? Se non iniziamo a cercare il nesso di causalità, non lo sapremo mai, soprattutto in considerazione del fatto che non stiamo effettuando vigilanza attiva ma solo vigilanza passiva.
https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1180150/2018-04-09_Patrizia-Felicetti_sorveglianza_reazioni_avverse_vaccino.pdf
Mariano Amici medico