La disastrosa gestione della sanità pubblica è un problema strutturale nel nostro paese, dove da decenni sono in atto nefaste politiche di tagli. Negli ultimi dieci anni sono spariti 200 ospedali, 45.000 posti letto, 10.000 medici e 11.000 infermieri, confermando un andamento “storico” che ha eroso quello che era il migliore sistema del mondo, trasformandolo in una struttura che ha rischiato il collasso totale di fronte ad un’emergenza epidemiologica come quella del Covid-19.

Anziché trarre esperienza ed invertire tale tendenza, il governo Draghi è pronto ad indebolire ulteriormente la sanità con quasi 6 miliardi di tagli.
È quanto emerge dalla Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, che è stata recentemente approvata dal Parlamento con una risoluzione di maggioranza.

Leggendo tale nota emerge che tra il 2022 ed il 2023 si andrà a diminuire la spesa sanitaria di 6 miliardi “per via dei minori oneri connessi alla gestione dell’emergenza epidemiologica”.
In pratica, prevedendo la cessazione dello stato di emergenza, verranno ritirati tutti i fondi investiti in più nel settore durante l’emergenza stessa, dimostrando di non aver compreso la lezione che il Covid ha impartito: con tutti i tagli apportati, il sistema non è in grado di fronteggiare un’epidemia senza trascurare la gestione delle altre patologie.
Solo per citare un esempio importante, la cura e la prevenzione dei tumori hanno sofferto particolarmente durante l’emergenza Covid, registrando un calo di diagnosi, di trattamenti, di interventi chirurgici e di screening preventivo. Sono stati chiusi molti reparti di elezione, dove sono ricoverati pazienti che richiedono trattamenti di alta specializzazione (tumori e malattie cardiovascolari, solo per citare due esempi), o depotenziati dirottando i medici specialisti al settore Covid, anche quando il settore restava vuoto. Non di rado si è verificato in più di un ospedale di avere pazienti negativi in attesa di cure, senza possibilità di ricovero, ed i letti nel reparto Covid che restavano vuoti. Una mia assistita mi ha riferito, tra le lacrime, che se sua madre fosse stata positiva al Covid, forse si sarebbe salvata, ma essendo negativa, ha ricevuto le dovute cure troppo tardi.

Non è necessario tagliare i fondi e nessun taglio sarà mai sufficiente se non si opererà con buonsenso e non si ottimizzerà la gestione dei soldi. È sull’acquisto di farmaci inutili e sui ricoveri non necessari che si può risparmiare moltissimo, ottenendo quanto necessario per potenziare i reparti di elezione, i centri diagnostici e le terapie domiciliari.

Togliere economie senza mettere in ordine il settore, senza ottimizzare le spese, significa solo fare tagli catastrofici.
E tutto questo a fronte di un ministro della salute che qualche mese fa ha annunciato, in pompa magna, la fine della stagione dei tagli alla sanità.

http://www.dt.mef.gov.it/modules/documenti_it/analisi_progammazione/documenti_programmatici/nadef_2021/NADEF_2021.pdf

https://www.adnkronos.com/recovery-speranza-20-miliardi-per-il-rilancio-del-servizio-sanitario-nazionale_HnGS7cEzP48w7W7TG4qpP

Mariano Amici medico