Torno a parlare degli effetti della catastrofica gestione dell’emergenza epidemiologica sui nostri giovanissimi. Lo faccio a seguito delle recenti dichiarazioni rese all’agenzia di stampa adnkronos da Carlo Locatelli, responsabile del Centro antiveleni e Centro nazionale di informazione tossicologica dell’Irccs Maugeri di Pavia. L’esperto ha messo a confronto i dati dei primi 4 mesi di più anni, prima e dopo il Covid-19. Se nel 2014, 2015 e 2016, tra gennaio e aprile, si viaggiava al ritmo di circa 48-50 casi al mese di intossicazioni a scopo autolesivo negli adolescenti, “nello stesso periodo del 2021 questo dato è salito a 86 con punte di 100”.

La maggioranza dei pazienti ha tra i 15 ed i 18 anni, ma ce ne sono molti tra i 13 ed i 14, più rari i 12 enni e pochissimi i più giovani, tra i 10 e gli 11 anni di età. In 4 casi su 5 si tratta di ragazze.

Sul totale degli episodi accertati di intossicazione, il 22-23% avviene con l’utilizzo di prodotti domestici (candeggina, acido muriatico), il 4% con prodotti cosmetici (come lo shampoo, “che è pericoloso perché la schiuma che produce invade i polmoni”).
Il 75% è costituito da intossicazioni da farmaci: in particolare per il 50-60% neurodepressori, benzodiazepine e così via, e per il 22-25% paracetamolo. Quest’ultimo, in alto dosaggio, è il più subdolo, perché se il paziente non ammette di averlo assunto, ci si ritrova dopo 48 ore a gestire un’epatite acuta che non si riesce a curare.

“Nei Pronto soccorso arrivano ragazzini che presentano sintomi psicopatologici o che hanno commesso dei gesti autolesivi. La problematica è aumentata”, conferma Carlo Fraticelli, direttore del Dipartimento Salute mentale e Dipendenze dell’Asst Lariana. “Anche noi nella nostra struttura abbiamo riscontrato un aumento di accessi nei pronto soccorso pediatrici, con un aumento delle consulenze degli specialisti di neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza. Da gennaio a giugno 2021 abbiamo avuto 166 accessi, in tutto il 2019 erano stati 280, rileviamo quindi un aumento del 30% circa rispetto all’anno prima del Covid-19”.

I bambini e gli adolescenti hanno risentito in maniera significativa sul piano emotivo delle misure di restrizione usate per contenere l’epidemia, l’effetto lockdown è stato confermato sia a livello nazionale che internazionale e sono ancora ignoti gli esiti a distanza. Se il disagio, dopo il primo lockdown, si esprimeva tendenzialmente con disturbi d’ansia e affaticamento, dopo il secondo lockdown ha prevalso l’aspetto più depressivo e autolesionista.

Questi sono gli elementi su cui la classe politica dovrebbe riflettere e non insistere nella turlupinazione e coercizione delle masse per inocularle con un siero genico sperimentale che non protegge dal contagio, non impedisce la propagazione del virus, ma sicuramente ingrassa le case farmaceutiche.

Nella Bibbia, ci viene raccontato di come Esaù, stanco e affamato, abbia ceduto i diritti di primogenitura al fratello Giacobbe, in cambio di un piatto di lenticchie. Ora, il mio sospetto è che la classe politica che è al potere abbia ceduto il nostro bene più prezioso, che è la nostra salute ed il benessere psico-fisico dei nostri figli e nipoti, per l’equivalente di un piatto di lenticchie.

https://www.adnkronos.com/dopo-covid-raddoppiati-atti-autolesivi-tra-under-18_33HvKumQ41Uz9NEvpy2C2J

Mariano Amici medico